In the late Sixties and the early Seventies for my (short) summer holidays there was only one site : the Brentei refuge in the Brenta Dolomites.
I used to meet there some guys, coming from various regions of Italy but owners of old relatives houses in Val Rendena.
They were belonging to a climbing group : the "Rampagaroi".
We climbed together some classic routes of Brenta becoming friends and, of course, out of summer holidays we happened to meet also in our towns.
I could often meet one of them (his nickname was "Cialàpa") that was living in Milano but was also owner of an old house in Fisto (a small hamlet of Spiazzo Rendena).
Among his friends there was a famous mountain guide : Clemente Maffei (Guerèt) that, when free from his work, used to phone us just to find friendly partners to climb some amusing route that he couldn't do with his clients or to open new routes ... his way of life was : on saturdays and sundays I MUST climb.
All OK when late september or october weekends where in good weather ... but when the weather was not so good ?
No problems : there was the Vallina d'Amola !!!
This valley was really smart :
an untarred road allowed us to arrive by car up to the old, abandoned but well kept, barracs of the Company that built the dams.
from the barracs in a little time we could arrive to the wonderful granitic slabs of the ridge descending from Monte Nero
under the rain (not so infrequent) we could fastly come back to the barracs from the routes or the summits
the summits belonging to this ridge were very rarely climbed, some even never climbed : virgins !
that kind of Granite (the Presanella one) was not slippery even if wet
the routes were not long (200-350m) so that when weather was good we could climb 2 routes a day, when raining only one
the pitches were normally short (20-40m) and the belays were good so we didn't need pitons or other safety stuff
the difficulties of the routes were the "classic" ones : from III to V+ (5.2-5.8) the ones that could be safely climbed without gear
We spent some weekends climbing on the N walls of :
Corno del Pedertich, Pedertich, Punta Mara, Punta Teresa, Punta Amneris, Punta Angelo and others whose name is no more in my (old) mind
(the names of the summits come from the names of Guerèt sons ... the Punta Angelo was his last climb, while opening a new route on the NNW edge, roped with the bridegroom of his elder daughter, they fell down , ...)
Then life (work, family etc) changed and we lost each other ... I found new climbing partners and new very interesting areas (Masino, Mont Blanc group and Dolomites that are, I think, the best ranges in the whole wide world)
In the autumns we started to climb in the "modern" way : rock shoes, friends, nuts, short structures, very difficult routes (up to 5.12) etc. ... but it was not as amusing as those weekends.
| | alla fine degli anni '60, inizio anni '70 esisteva un solo posto per le mie brevi vacanze estive : il rifugio Brentei in Brenta
Mi trovavo abitualmente con ragazzi più o meno della mia età, emigrati dalla Val Rendena in varie regioni d'Italia ma che d'estate, complice il possesso delle antiche case di famiglia, si ritrovavano.
Facevano parte del gruppo dei "Rampagaroi".
Arrampicando insieme su alcune vie classiche in Brenta diventammo amici e, naturalmente, ci capitò di ritrovarci anche "a casa"
Con uno di loro (soprannominato Cialàpa) mi trovavo abbastanza spesso perchè abitava a Milano, pur avendo una vecchia casa a Fisto (frazione di Spiazzo Rendena)
Fra i suoi amici c'era una famosa guida: Clemente Maffei (Guerèt) che, se libero da impegni con i clienti ci telefonava per "combinare" in via amichevole qualche salita che non avrebbe potuto fare con i clienti o, addirittura, qualche via nuova.
Il suo stile di vita portava al di sabato e domenica si DEVE arrampicare.
Tutto bene se a fine settembre e ottobre il tempo nei weekends era bello .. ma quando non lo era ?
nessun problema : si va in Vallina d'Amola !!!
Questa valletta era veramente "furba"
una strada sterrata permetteva di arrivare in macchina alle vecchie baracche, abbandonate ma in ottimo stato, usate per la costruzione di dighe e condotte (Val Nambrone)
dalle baracche in breve si arrivava alle splendide placche di splendido granito della cresta che scende dal Monte Nero.
sotto la pioggia (non rara) potevamo tornare in fretta al riparo dalle vie o dalle cime
le cime di questa cresta erano sempre deserte, alcune addirittura vergini
il granito (quello della Presanella) non era scivoloso nemmeno se bagnato
le vie non erano lunghe (200-350m), col bel tempo ne facevamo 2 al giorno, con il brutto ci accontentavamo di 1
i tiri di corda erano normalmente corti (20-40m), le soste molto buone e così non ci serviva la ferraglia
le difficoltà delle vie erano quelle classiche dal 3° al 5°+ e quindi si potevano affrontare senza bisogno di altro che la corda
Passammo alcuni fine settimana sulle pareti del Corno del Pedertich, Pedertich, Punta Mara, Punta Teresa, Punta Amneris, Punta Angelo e altre cimette di cui non ricordo i nomi
(i nomi erano stati dati dal Gueret, primo salitore, in omaggio ai figli ... la Punta Angelo fu la sua ultima arrampicata: mentre apriva una nuova via sullo sperone NNO insieme al futuro genero, caddero ...)
La vita (lavoro, famiglia ecc) cambiò e noi ci perdemmo
... trovai nuovi compagni di cordata e nuove aree molto interessanti (il Masino, il Bianco e le Dolomiti che sono, per me, le più belle montagne del mondo)
Negli autunni si incominciò ad arrampicare in modo moderno : scarpette, friends, nuts, strutture corte, vie estreme ecc. ... ma quei fine settimana erano più divertenti. |
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